Attori del Manzoni di Caserta al Teatro Akrai di Palazzolo Acreide di Siracusa
"Sento di dover fare i complimenti al Laboratorio del Liceo Manzoni di Caserta, che da sempre onora il nostro Festival con spettacoli di altissima profilo. Non a caso il Manzoni porta alto il titolo di Fuoco di Prometeo di cui è stato insignito e nelle sue esibizioni è una garanzia di qualità". Così si è espresso il dott. Sebastiano Aglianò, Direttore del Festival Mondiale del Teatro Classico dei Giovani promosso dall'Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, rivolgendosi al numerosissimo pubblico che affollava la cavea del Teatro Akrai di Palazzolo Acreide, al termine dell'esibizione dei giovani attori casertani.
Sono ben tredici anni di attività, quelli del Laboratorio Teatro Classico del Liceo Manzoni di Caserta, il primo Liceo della nostra Provincia, in ordine di tempo, a creare un laboratorio permanente che affonda le radici nello studio del mondo antico e lo ripropone attraverso i codici del messaggio teatrale da "Ambasciatore di Cultura Classica nel territorio", come recita il titolo di "Fuoco di Prometeo" consacrato dall'INDA.
E la tradizione continua.
Il 26 maggio, accompagnato dalla Preside Adele Vairo, sempre presente in terra siciliana accanto a studenti e docenti del Laboratorio e, per questa volta, anche con un folto gruppo di studenti in viaggio di Istruzione a seguito, il Laboratorio ha messo in scena: "Aiace: l'eroe è solo".
Lo studio della tragedia è stato affidato alle esperte mani della prof.ssa Almerinda Della Selva, che ha creato una pièce contaminando l'originale testo di Sofocle con la rilettura che in epoca contemporanea ne ha fatto il poeta greco Ghiannis Ritsos e facendolo precedere da una suggestiva eco della guerra di Troia, tratta dalle pagine dell'Iliade di Omero. La solitudine di Aiace, quindi, che perde le sue fattezze di eroe e sfida la "civiltà della vergogna" con la propria umanità, è stata di fatti resa dalla scomposizione del protagonista che da Ombra di se stesso, così come è stata interpretata la rilettura di Ritsos, si guarda pirandellianamente vivere. E morire. Tra la solitudine dei suoi marinai che fanno fatica a riconoscerlo come eroe, ma lo rispettano come Uomo.
La trasposizione teatrale è stata diretta dal prof. Massimo Santoro, da anni in città apprezzato e riconosciuto per la sua competenza, che ne ha fatto un'opera polisemica e polifonica, grazie anche al contributo delle sue musiche originali, eseguite in scena da un'ensamble acustica composta da una chitarra, due violoncelli e due voci solista. Il trionfo cromatico dei costumi curati dalla prof.ssa Titti Farina e le armoniche volute delle scenografie realizzate dal prof. Carmine Posillipo hanno perfettamente reso visivamente la ricchezza di suoni e parole.
In questa profusione di codici, gli allievi del Laboratorio hanno dato prova di estrema abilità espressiva: i protagonisti, entrando nei personaggi a proprio agio fino a scavare nel profondo delle proprie individualità; il coro, di oltre venti unità, che ha modulato dal narrativo all'isterico, al drammatico passando per il celebrativo, in un concerto vocale di primissimo ordine.
La complessa macchina organizzativa ha visto il contributo della prof.ssa Andreina Pascarella, del prof. Emilio Colucci, e di Eduardo Del Prete, tecnico del suono. La locandina è stata realizzata dalla prof.ssa Donatella Sandias.
Al ritorno in pullman dalla Sicilia, stretta dall'affetto dei suoi studenti, la Preside Vairo ha garantito a tutti un'ampia diffusione sul territorio di questa preziosissima perla e, vista la qualità altissima del lavoro, ne saranno opportunamente studiati i tempi e le modalità di realizzazione.