BATHROOM DIALOGHI PER DONNA, PHON E RAFFAELLA CARRÀ
di e con Valeria Impagliazzo.
(Anita Pascarella) Il 28 ed il 29 gennaio si è tenuto presso il Teatro Civico 14, sito presso il Parco dei Pini a Caserta, uno spettacolo teatrale scritto da Valeria Impagliazzo, che ne è anche protagonista, regista, costumista e scenografa.
Si tratta di un monologo, che si era tenuto già precedentemente presso altri teatri anche di Napoli e provincia.
L'idea di questo copione è nata in un periodo molto particolare della sua vita, in cui era allettata per motivi di salute, durante il quale ha letto molto ed ha avuto modo di osservare sé stessa e le persone che la circondavano, è proprio ciò che l'ha ispirata, oltre anche alle riflessioni condivise con amiche e amici.
Parte del lavoro è però stato fatto a quattro mani con Pasquale Ruocco, il musicista che ha composto le musiche dello spettacolo ed ha trasformato in musica i pensieri del personaggio in scena, che volutamente non ha un nome e non esplicita al pubblico quella che è la sua storia.
Come affermato dal musicista, nel corso dello spettacolo vengono utilizzati sia chitarre acustiche che chitarre elettriche molto distorte e campionate per un 50%, l'altro 50% è musica elettronica prodotta grazie all'utilizzo di tastiere, sintetizzatori, campionatori, ecc.
Il suo lavoro è stato svolto partendo dai testi di Raffaella Carrà, che gli sono stati suggeriti da Valeria, se si presta attenzione infatti si ode ugualmente una traccia dei brani originali, che però sono stati completamente smontati per dare un'idea di soluzione anche al copione che accompagna.
Ad occuparsi delle luci è invece Antonio Florio.
La protagonista infatti non si rivolge mai al pubblico, ma la platea è lo specchio della stanza da bagno.
Il testo ha preso vita in maniera molto graduale ed è il primo testo scritto interamente da lei, anche se si è occupata di regie e riletture anche di testi classici, come "Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde", ha inoltre rielaborato due atti unici di Cechov "L'anniversario" e "Una domanda di matrimonio", che però lei ha chiamato "Lettera di nozze" perché si crea tutta una dinamica all'interno dello spettacolo.
Prodotti, così come anche "Bathroom" dall' Opificio delle teste dure, teatro sito in Scafati, provincia di Salerno, una delle sedi in cui insegna.
Valeria non è solo attrice e regista, ma anche formatrice e docente, quindi di conseguenza diventa autrice di tutti i testi da presentare ai suoi allievi.
Tiene però laboratori di movimento scenico anche presso il teatro TRAM di Napoli, città in cui vive.
Il teatro, come affermato da lei stessa, nel corso dell'intervista che ieri abbiamo avuto l'onore di farle, per l'appunto al Teatro Civico 14, le ha dato l'occasione di incanalare il suo malessere ed è l'amore della sua vita più di ogni altra cosa.
TRAMA
Una donna sola in una stanza da bagno si prepara per un appuntamento. Un rumore improvviso la spaventa, rompendo il rituale magico dell'asciugacapelli. È così che il bagno, luogo per eccellenza dell'intimità e della solitudine, diventa scenario di un corpo a corpo tra la protagonista e i suoi pensieri. Nella normalità dei piccoli gesti si palesano le sue strategie per combattere l'ansia, la paura, i ricordi, le fantasie che lasciano spazio ad un soliloquio/dialogo fatto di parole mai dette rivolte ad uno specchio/ platea che, un po' per volta, si trasforma in un confessionale, in un nemico, in un compagno di giochi, in un interlocutore, fino a diventare un vero e proprio voyeur.