LiberArt Vanvitelli, al Quartiere borbonico di Casagiove. La serata inaugurale, gli eventi, gli orari di apertura della galleria.

04.04.2023

(Anita Pascarella) Giovedì 30 marzo è stato inaugurato il salotto artistico presentato da Laura Ferrante e Giovanni Crisci, una collaborazione, la loro, che va avanti da già 4 anni.

La particolare location salta subito agli occhi dei più esperti, gli eventi artistici si sono tenuti e continueranno a tenersi infatti, all'interno della "Caserma borbonica di Casagiove".

L'evento è stato ideato per commemorare il grandissimo architetto Luigi Vanvitelli al 250esimo anniversario della sua morte.

Laura e Gianni hanno anche un'associazione artistico-culturale "La terra del sole".

È stato Gianni ad occuparsi dell'istallazione delle opere degli artisti in un ambiente che lo ha sempre attratto, da sempre appassionato d'arte e proveniente da un'esperienza presso un curatore d'arte, prima ancora della collaborazione con Laura.

Anche Laura ha esaltato l'importanza della "caserma borbonica", Vanvitelli con la sua realizzazione ha unito due città perché la Reggia è vero che si chiama Reggia di Caserta, ma sussiste anche sul territorio di Casagiove, quindi Casagiove e Caserta si uniscono per omaggiare il grande architetto e artista che ha lasciato tante opere sul territorio.

L'evento è stato presentato da tre big della cultura casertana, la professoressa dell'università degli studi Luigi Vanvitelli, Jolanda Capriglione; il dottor Enzo Zuccaro e il contrammiraglio Pio Forlani che hanno dato prova della propria conoscenza dell'operato di Vanvitelli. A concludere questa bella chiacchierata l'intervento motivazionale, molto interessante, del critico d'arte Ermanno Di Sandro. Laura ha voluto fortemente che fossero loro a presentare il salotto, data la loro precedente amicizia.

Come ricordato da Gianni, il titolo della mostra è "LiberArt Vanvitelli", arte libera di esporre un'arte contemporanea con vari pittori, circa una ventina, diversi tra di loro. Laura ha inoltre aggiunto che non tutti hanno realizzato quadri su Vanvitelli, ma tutti lo hanno in qualche modo omaggiato, utilizzando tecniche pittoriche differenti: dall'acrilico alla scultura, alla grafica.

Gianni ha voluto sottolineare il perché della presenza di tanti quadri, l'intento è stato quello di dare spazio a tutti i loro pittori, pur essendo a conoscenza che vanno messi meno quadri, tuttavia si è deciso di fare un connubio "LiberArt Vanvitelli", arte libera con la storia di Vanvitelli, si tratta quindi di una sorta di mostra ed evento.

L'intento del salotto di Laura e Gianni non è soltanto quello di riunire più pittori, ma anche quello di rappresentare altre forme artistiche: nella serata di presentazione di giovedì 30 marzo, così come anche nel corso di quella del 1 aprile, il pubblico è stato intrattenuto dai balli dell'associazione "La barca di Teseo". Inoltre per quanto concerne la serata del 30 marzo è memorabile l'interpretazione del testo teatrale scritto dalla bravissima Laura con tre grandi attori, quali Massimo Savoia, Paola Gais e Mimmo Vastano che hanno rappresentato il re, la regina Maria Amalia e l'architetto Luigi Vanvitelli.

Il 1 aprile si è tenuta la proiezione di un'opera teatrale di Melina Cortese, conosciuta sul territorio come organizzatrice di eventi e intitolata "L'osteria di Ferdinando".

Il 15 aprile alle 18 si terrà la presentazione del libro scritto da Anna Poerio, in memoria di Alessandro Poerio, una delle figure più rappresentative della spiritualità romantica, che incarna l'ideale oggi mancante, dell'intellettuale militante.

Si stanno organizzando ulteriori eventi.

La galleria resterà aperta da martedì a sabato in mattinata dalle 10.30 alle 13 il pomeriggio dalle 17.30 alle 20.00, di domenica dalle 10.30 alle 12.30.

IL DIBATTITO.

Giovedì 30 marzo alle 17.30 si è tenuta la presentazione di questa bellissima iniziativa di Laura Ferrante e Gianni Crisci, in onore di Luigi Vanvitelli.

A presentarla vocalmente è stata Laura, unitamente all'intervento di due grandi personalità del territorio: Giuseppe Vozza, sindaco di Casagiove e Enzo Battaglia, assessore del comune di Caserta, delegato dal sindaco Carlo Marino.

La location di grande importanza, è la caserma borbonica di Casagiove, nata come ospedale e caserma militare, qui si era pensato di far nascere la Reggia dei poveri, poiché vi venivano ospitati gli operai che lavoravano per la Reggia di Caserta.

La presenza di Vanvitelli è fortemente sentita nel territorio casagiovese, l'architetto e artista, fu infatti seppellito ai confini di questo comune.

La serata è stata poi animata dall'intervento del dottor Enzo Zuccaro, direttore del museo del Sannio a Montesanto; della professoressa Jolanda Capriglione e del contrammiraglio Pio Forlani.

Pio Forlani è figlio d'arte, suo padre Roberto Forlani è stato uno dei fondatori del servizio civile italiano.

Come ricordato dalla professoressa Capriglione, Vanvitelli fu inventore di un sistema di mondo e di vita, inserendosi all'interno di uno spazio già in parte urbanizzato, l'architetto dovette tenere conto di tante famiglie che avevano un ruolo prestigioso, c'era già un'immensa storia millenaria di cui dovette tenere conto e all'interno della quale è poi riuscito ad inserirsi con le maestranze della Reggia.

Prima dell'arrivo di Carlo c'erano grandi famiglie che avevano un ruolo prestigiosissimo, grandi storie, uno dei grandi accompagnatori di Carlo, quando arriva dalla Spagna è un cardinale d'acqua viva, il compito di Vanvitelli fu quindi quello di inventare un mondo nuovo.

Re Carlo era figlio della grandissima Elisabetta Farnese, uno dei grandi spazi della Reggia è proprio la sala Farnese, ci sono anche influssi di Parma e Bologna.

La sala della musica, come la cascate sono derivazioni di tipo mediorientale.

Vanvitelli viveva a Roma, dove giungevano grandi influssi internazionali e Carlo era un Farnese e aveva vissuto in Spagna, quindi anche lui aveva dialogato con altri mondi.

I marmi furono presi da tutto il regno e anche al di fuori di esso.

Vanvitelli superò tanti altri grandi architetti del tempo, per la realizzazione della Reggia ci fu quasi un concorso di idee e fra i vari progetti c'era anche quello di Mario Gioffredo, ciò accadde probabilmente anche per dei fattori psicologici.

Il vialone doveva originariamente essere una sorta di fiume navigabile fino a Napoli, ma ad oggi avrebbe bisogno dell'intervento dei comuni che si incrociano in quel punto, perché è ridotto veramente male.

Pochi giorni fa c'è stata la candidatura della via Appia come patrimonio UNESCO, si tratta di una storia lunghissima, di decenni, è stata istituita una commissione ministeriale e interministeriale, ad oggi siamo finalmente giunti alla decisione di presentarla. Una delle grandi figure che hanno valorizzato il percorso dell'Appia è proprio Luigi Vanvitelli.

Vanvitelli ha realizzato il suo sogno, il progetto e il disegno con grande tenacia, tenendo a bada tutto e tutti, senza farsi fermare dal taccagno di Tanucci o dalle bizze della regina, essendo sicuro di ciò che stava facendo. L'architetto ebbe una grande capacità progettuale anche nelle tecniche, una capacità cromatica e coloristica all'interno e all'esterno; la voglia di valorizzare tutto ciò che c'era di meglio a Caserta, scultori, pittori e tessitori.

L'ammiraglio Pio Forlani ha voluto sottolineare come dietro al progetto di Vanvitelli e la realizzazione della Reggia di Caserta ci sia un importante motivo geopolitico.

La geopolitica è una scienza che sottolinea quale influenza hanno sulle grandi decisioni politiche fattori permanenti di tipo geografico e sociale.

Vanvitelli da ingegnere e visionario, prima ancora che da architetto, ha voluto creare un nuovo sistema che doveva avere tutto ciò di cui deve essere fornita una capitale che doveva essere trasferita; il suo compito era quello di soddisfare un'esigenza, un fabbisogno.

La capitale del regno doveva essere trasferita a Caserta e questa decisione doveva reggersi su un motivo importante.

Nel 18esimo secolo ci furono importanti guerre dinastiche, la guerra di successione spagnola, quella austriaca e quella polacca, dalle quali l'Inghilterra si è sempre tenuta fuori. Nel Regno di Gran Bretagna non esistono alleanze permanenti, ma interessi permanenti che nel 1740 avevano giocato nella guerra di successione austriaca. Questa decisione stava molto stretta a Filippo di Spagna, marito di Elisabetta Farnese. Re Carlo neo re di Napoli, per quanto non titolato ad intervenire, decise di integrare le forze militari del re di Spagna con una propria armata di 20mila uomini, comandata dal marchese di Castropignano che ad un certo punto fu emarginato dal re perché sospetto di aver fatto delle ruberie negli approvvigionamenti per l'armata.

Morì l'armata, re Giorgio lo venne a sapere e parlò con il comandante della flotta del mediterraneo, l'ammiraglio Martin, perché assolutamente non vuole che questo accada e gli ordina di mandare a Napoli uno squadrone di vascelli di linea con ultimatum. Re Carlo dovette ritirare l'armata e dichiarare in 24 ore la neutralità del Regno di Napoli, pena il bombardamento della città.

Re Carlo cercò inizialmente di negoziare, ritirare l'armata che sosteneva il padre per cui aveva grande rispetto fu un colpo duro, ma dovette accettare di sottomettersi al potere marittimo, fu costretto ad accettare la decisione.

Tanucci in quell'occasione capì e comunicò al re che il potere non poteva più essere esercitato da Napoli, quindi gli propose il trasferimento della flotta a Melfi.

Re Carlo però non volle trasferire la capitale a Melfi, aveva però un padiglione di caccia a Caserta, collegato decentemente a Napoli, il progetto di collegamento tra le due città sarebbe stato agevolato da Vanvitelli. Nacque quindi la decisione di portare i poteri del regno a Caserta e l'esigenza di disporre di un progetto che lo rendesse possibile.

Luigi Vanvitelli decise di accogliere in tempi di sfida il progetto della Reggia di Caserta e impiegò tutto il suo ingegno questa complessa realizzazione, il suo obiettivo era quello di realizzare un progetto di città.

L'architetto creò un sistema complesso: l'acquedotto carolino fu il primo piano sostenibile perché l'acqua dalla terra tornava alla terra e le vasche per allevare pesci (peschiere). Il progetto fu tanto efficace proprio perché colmo di scopi.

A trattare questa tematica: il libro di Pietro Colletta, "La storia del reame di Napoli" e l'epistolario di Tanucci che testimonia la scelta di re Carlo di trasferire la capitale del regno a Napoli.

Senza un potere marittimo il reame non aveva significato, la consistenza del naviglio ereditato dagli spagnoli doveva trasformarsi in una vera e propria flotta, l'editto che determinava lo spostamento a Castellammare di Stabia di tutte le costruzioni navali fu dato da Ferdinando II di Borbone a Caserta, quindi questa città è idealmente bagnata dal mare.

Enzo Zuccaro negli anni 80 ha lavorato alla Reggia di Caserta, un mondo a suo avviso, straordinario, magico.

La Reggia era stata concepita idealmente per diventare la capitale del regno e doveva assumere una dimensione internazionale, perché Napoli aveva problemi di sovrappopolazione.

L'INTERVENTO MOTIVAZIONALE DI ERMANNO DI SANDRO

A concludere il dibattito, il critico d'arte Ermanno di Sandro che ha tenuto un intervento prettamente motivazionale.

Il critico si è innanzitutto complimentato con gli artisti per le loro opere e gli ha augurato che vadano a finire in qualche galleria o abitazione, sperando che non vengano distrutte, ma che un domani ci siano persone che possano ammirarle, perché sono stati in grado di catturare le emozioni.

L'omaggio di Ermanno di Sandro è andato soprattutto alle donne, per gli artisti esiste la quinta dimensione di opere spazio temporali. La dimensione del tempo compare nell'arte moderna grazie al cubismo. Le opere bisogna vederle da più punti di vista contemporaneamente, meglio sintetizzate in una tela.

Secondo la quinta dimensione per gli artisti esiste anche l'indimostrabile, a differenza delle persone comuni per le quali non esiste niente al di fuori di ciò che è dimostrabile.

Il critico Ermanno ha voluto esaltare la tecnica e i colori utilizzati in queste tele, la luce, il ritorno alle linee di contorno, alla prospettiva, alla figura e allo sfondo.

Questi artisti sono figli dell'arte del 900, dove ci sono state le avanguardie, gli sperimentalismi, dove l'opera d'arte individuata è diventata addirittura un oggetto grazie ai dadaisti, è nato il collage con il cubismo.

Il 900 è il periodo delle avanguardie: i fauves, gli espressionisti, i cubisti, i dadaisti…

In seguito c'è stato un ritorno all'arte classica italiana con lo stile 900 e si è ritornati ai valori del passato. Dopo la Seconda guerra mondiale c'è stato un ritorno all'astrattismo.

Negli artisti di cui sono state esposte le opere alla Caserma borbonica aleggia però un ritorno alla classicità, alla figura, alla forma, ai colori cosmici, come lo stesso critico ha potuto notare anche nel corso di altre mostre.

Ad allietare le nostre orecchie alcuni aforismi:

  • Una signora di Caserta mi disse: Ermanno la bellezza è mezza dote, l'altra metà la devi conquistare nella vita.
  • La quotidianità ci impedisce di alzare lo sguardo e di vedere il possibile o l'impossibile, l'inimmaginabile, la vera grande bellezza universale, di esercitare la nostra fertile creatività, di confrontarci con noi stessi, con la nostra anima, i nostri sentimenti, le nostre emozioni. La vita rimane sempre un dono meraviglioso quando si hanno passioni, obiettivi, progetti, come i vostri, che generano l'entusiasmo, viva la vita!
  • Artiste, nulla potrà mai fermarti fino a quando avrai voglia di volare alto o vorrai navigare con leggerezza sulle onde del mare sospinto dal vento dei tuoi sogni.
  • La vita è fatta di momenti difficili o strepitosi, la vita è fatta di emozioni piccole o enormi, la vita è fatta di opportunità, ma occorre saperle cogliere altrimenti voleranno via e non si ripresenteranno mai più. Con quest'ultimo aforisma ha voluto invitare il pubblico a non farsi scoraggiare da nessuno, perché è molto più facile sentirsi dare dei perdenti o dire che non siamo capaci.

Il 5% delle persone dice "bravissimo si può fare", il 95%, come è successo anche a lui, dirà "non funziona, non ci provare neppure"; ci vuole una grande forza d'animo e una grande consapevolezza per superare questi scogli.

Ermanno Di Sandro ha voluto omaggiare anche le donne con una poesia.

DEDICATA ALLE ARTISTE

Non innamorarti di una donna che si sente donna, che scrive

Non ti innamorare di una donna colta, sensibile, folle

Non ti innamorare di una donna che pensa, che sappia quel che fa, che è capace di volare, una donna sicura di sé stessa

Non ti innamorare di una donna che sa distinguere la spiritualità dal sesso, che ama la poesia, che vive di cose belle e non sa vivere senza la musica

Non ti innamorare di una donna intensa, gioiosa e irriverente

Non ti innamorare di una donna così.

Qui termina la prima poesia della poetessa dominicana Marta Rivera Garrito che però Ermanno ha voluto integrare, entrando nella composizione in punta di piedi.

Perché quando ti innamorerai di una donna come lei, che stia con te o no, che ti amerà o no, comprenderai che una donna così non ti capiterà più nella vita.

Le donne artiste sono così, creative e passionali, cari uomini non fatevele sfuggire perché volerete alto anche voi e crescerete insieme ai loro sogni.

Solo con le donne vi troverete ad affrontare il mondo scoprendo tutta la sua straordinaria bellezza e armonia.

Ermanno ha poi invitato le donne a farsi un applauso, perché spesso gli uomini hanno paura di donne capaci di volare alto.

Infine per dare un po' di colore alla bellissima location ha concluso con qualche massima.

  • Non si realizza nessuna grande impresa o iniziativa se si comincia subito con l'elenco delle difficoltà.
  • Vivere senza sogni e ambizioni significa rimanere sempre col dubbio che se avessi tentato forse ce l'avresti fatta.
  • Sveglia il gigante che c'è in te, nel profondo dell'uomo albergano sublimi poteri, poteri che lo stupirebbero e che egli non ha mai sognato di possedere, forze che rivoluzionerebbero la sua vita se sono testardi e messi in azione.
  • Artisti non consentite a nessuno di spegnere la vostra autostima, mai, sarebbe il definitivo abbattimento della vostra personalità e soprattutto dei vostri sogni.

Il suo intervento che ha esaltato la sensibilità dell'arte e il suo potere di farci volare alto è sicuramente stato molto emozionante, è stato un grande motivatore.