Pooh. Un attimo ancora.

16.02.2023

(Anita Pascarella) Ieri in prima serata, su Rai 1, è stato trasmesso un docufilm in cui vengono celebrati i 50 anni di carriera dei Pooh, "Pooh. Un attimo ancora".

Nell'introduzione vengono presentati i 4 Pooh, tramite uno stile documentaristico in cui il brano "Tanta voglia di lei" si alterna alla voce di Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian che espongono la propria storia seguendo lo stile di un'intervista. 

Ha poi inizio il film vero e proprio, in cui tutto è rappresentato dal punto di vista di una regista di 20 anni, Greta. La protagonista un mese prima intendeva realizzare un documentario, ma poi nell'ascoltare una sua parente, Olivia, che le raccontava il legame con il primo uomo che aveva amato e come la musica dei Pooh avesse rafforzato questo legame, aveva deciso di intervistarli.

Subito dopo la presentazione tenuta dalla giovane regista, segue la ripresa di un'esibizione sulle note di "Dammi solo un minuto".

Segue il racconto di Olivia che ha dato il bacio più bello della sua vita al concerto dei Pooh ad un certo Augusto, dopo il quale purtroppo non si sono più rivisti.

Olivia purtroppo muore prima che la protagonista termini il suo documentario incentrato sull'amore, quest'ultima decide quindi di cambiare completamente progetto e realizzare un'intervista ai Pooh. La tematica di cui la giovane regista sceglierà di parlare non sarà più l'amore o in un certo senso si, perché sicuramente molte altre persone si saranno innamorate grazie alle loro canzoni.

La band è ben felice di essere intervistata da una ragazza così giovane. Roby afferma "mi è un po' strano ti devo dire", Dodi invece dice " essere intervistato da una persona giovane come te", infine Red conclude, "ma forse proprio per quello avrà un valore e un'emozione più diretta, più sincera".

"Ciack sono Stefano D'Orazio, suono il tamburo con i Pooh", " Io sono Roby Facchinetti e suono alle tastiere e canto con un gruppo italiano che si chiama Pooh", "Ciao a tutti, io mi chiamo Dodi Battaglia e faccio parte dei Pooh e nei Pooh suono la chitarra e canto", "Mi chiamo Red Canzian e suono il basso e canto con i Pooh".

I Pooh sono quattro ragazzi che hanno sognato di fare questo mestiere e si può dire che hanno realizzato il loro sogno. Sono nati grazie alla frequentazione dei locali da ballo, dove ci si incontrava tra i grandi musicisti e si sono scelti.

I quattro componenti sono di 4 città diverse: Roma (Stefano D'Orazio), Bologna (Dodi Battaglia), Treviso (Red Canzian) e Bergamo (Roby Facchinetti).

Il gruppo si è fermato nel febbraio del 1966, ma i componenti della formazione primaria hanno poi lasciato tutti posto a nuovi membri.

Roby Facchinetti è subentrato in aprile del 1966, sostituendo un organista inglese.

Riccardo Fogli incontrò i Pooh al Piper di Milano, Facchinetti e Negrini gli chiesero se voleva prendere parte alla loro band, lui però aveva già un gruppo, gli Slander, che avevano un sacco di debiti. Decisero che Fogli sarebbe entrato nei Pooh, ma loro si assumevano il pagamento del camioncino degli Slender.

Dodi Battaglia è invece entrato nei Pooh, quando esistevano già da un paio di anni e lui aveva appena terminato le scuole superiori.

Stefano D'Orazio alla batteria ha sostituito Valerio Negrini che ha voluto dedicarsi completamente alla poesia, alla stesura dei testi .

Riccardo Fogli decise di uscire dal gruppo, Dodi racconta che all'epoca erano molto giovani e si trovavano in un momento di grande ascesa e ciò per lui rappresentò la possibilità che tutto andasse a rotoli.

Riccardo non uscì dai Pooh per delle incongruenze musicali, ma per delle situazioni extra musica.

Red Canzian racconta: "I Pooh cercavano un bassista e io mi stupii quando loro mi chiamarono per fare questo provino, perché l'unico strumento che non avevo mai suonato era il basso e fu bellissimo perché poi, la decisione in realtà la presero quando io imbracciai la chitarra di Dodi e suonai un pezzo con la chitarra". Poi la leggenda narra che finita la prova Dodi si mise a suonare un attimo la chitarra e Red gli disse di stare tranquillo perché gli avrebbe fatto continuare a suonare la chitarra e lui avrebbe suonato invece, il basso.

Red racconta che poi partirono per gli Stati Uniti e che gli è anche sorto il dubbio che i Pooh pensarono di andare in terra straniera, perché se non fosse andata bene avrebbero potuto abbandonarlo lì e tornare in Italia, invece è andata bene.

Dal 1973 fino al 2016, la band è sempre rimasta la stessa.

I Pooh inizialmente si chiamavano i Giaguars, poi si sono accorti che a Roma c'era una band che si chiamava Punto Giaguars, ragion per cui non poterono mantenere questo nome.

Fu la segretaria della loro prima casa discografica che era una ragazza inglese, a suggerirgli di prendere il nome di un personaggio, Winnie the Pooh, un orsetto di una favola di uno scrittore inglese che si chiamava Miller.

Nel 2002 uscì il brano dei Pooh, "Figli" che racconta di quanto sia difficile essere genitori, soprattutto nel loro mondo, quello musicale.

"Io vorrei seguirti lungo il tuo cammino senza far rumore, senza disturbare", è questo il ruolo che dovrebbe avere un genitore, seguire i propri figli senza che i figli però, ne siano a conoscenza.

I Pooh, stando anche a quanto raccontato da Red, hanno sempre cercato di raccontare qualcosa che avevano vissuto.

I genitori di Dodi Battaglia hanno iniziato ad essere molto orgogliosi di suo figlio quando era molto piccolo, ha iniziato infatti a suonare la chitarra quando aveva appena 5 anni. Dodi proviene da una famiglia di musicisti e loro vedevano in lui l'opportunità di farlo come professione.

Per Roby Facchinetti la musica è sempre stata la migliore medicina e ha ammesso di dover ringraziare la musica se è riuscito ad essere anche un bravo figlio.

Red invece parla delle difficoltà economiche della sua famiglia: "mio padre ha sempre fatto qualsiasi mestiere per farci crescere e quando mi comprò quella prima chitarra, mi misi a studiare perché era il frutto di un sacrificio e quindi anche un atto di fiducia nei miei confronti perché papà aveva capito che io volevo". Quando i Pooh chiamarono Red Canzian per entrare a far parte della band, il padre lo appoggiò da subito, la madre invece, pur avendolo appoggiato, aveva dei problemi perché sapeva che intraprendere questo mestiere significava andare via.

Anche Stefano D'Orazio aveva un bellissimo ricordo dei suoi genitori, il padre quando vedevano Roma, gli raccontava come tutte le cose fossero cambiate, a loro è dedicata una canzone, Cinquanta primavere. Il brano racconta di quanto sia importante avere dei genitori che rappresentino un punto di riferimento, così com'era accaduto a Stefano. Stefano non riusciva a ritrovare in nessuna donna il rapporto bello che avevano i suoi genitori, almeno fino a quando si è sposato all'età di sessant'anni.

Anche Riccardo Fogli ha trovato sempre il supporto della madre che lo seguiva nel corso dei suoi concerti, molte cose le ha fatte pensando a lei.

Hanno poi parlato anche del rapporto bello che hanno con i loro figli.

Chiara Canzian ha ammesso di essere cresciuta con tutti gli altri figli come se fossero cugini e con i membri dei Pooh come se fossero fratelli del suo papà, quindi zii. Poiché talvolta in tournée ci si annoiava, Chiara ha raccontato che imparavano le firme dei propri genitori e li smerciavano alle fan, ora però non lo rifarebbe.

Giulia Facchinetti ha voluto ricordare il rapporto affettivo che aveva con Stefano D'Orazio.

Secondo Daniele Battaglia i figli dei Pooh sono nati come un nuovo esperimento sociale, come se fossero figli di tanti genitori. Quest'ultimo si è ricordato di quando, insieme a Francesco Facchinetti, nel corso di uno dei tanti concerti dei Pooh, forse in Calabria, decisero di giocare con un generatore, toccando il tasto STOP e andando così ad interrompere il concerto.

I genitori lo hanno scoperto soltanto dopo tanti anni, fu Francesco Facchinetti a raccontarlo nel corso di una cena.

I Pooh sono riusciti ad arrivare laddove sono arrivati perché hanno dedicato la propria vita completamente alla musica. Per fare questo lavoro è necessario trovare una compagna disposta a sacrificare la propria vita, ad andare in tournée quando gli altri sono in vacanza.

Gli anni '70-'80 sono stati il periodo d'oro delle band, in Italia ogni settimana si alternavano le loro diverse tournée: Dick Dick, New Trolls, Équipe 84. Gli altri erano però orientati verso un altro genere di musica, il prog, per cui lo spazio del pop-rock era unicamente dei Pooh.

I Pooh sono stati i primi ad usare sul palco: il lanciafiamme, il laser, le esplosioni di magnesio, la macchina del fumo che Stefano inventò e costruì insieme a un idraulico. Sono riusciti in questo modo, anche dal punto di vista scenografico, a portare avanti un modo internazionale di fare spettacolo.

Nel 1990 i Pooh, dopo 24 anni di onorata carriera andarono a Sanremo e vinsero con "Uomini soli", un brano che è rimasto nel cuore della gente con un testo bellissimo, scritto da Valerio Negrini.

Il documentario è stato suddiviso in capitoli, i cui titoli sono stati basati su differenti tematiche: ad esempio CAP.3 "Sociale", in cui è rappresentata la storia di una ragazza che deve convivere con la transessualità e inizialmente non è accettata dai genitori per ciò che è. Questa storia introduce l'argomento portante di Pier.

Le canzoni dei Pooh hanno sempre trattato tematiche pienamente sociali, anticipandole talvolta, Pier per esempio parlava di transessualità in un momento in cui già parlare di omosessualità era un problema, scritta da Valerio Negrini e dedicata a un compagno di scuola. Nel brano è presente la nota più alta di tutti i lavori dei Pooh, ciò dà ancora più significato al concetto, molti però non lo hanno capito, perché era inusuale parlare di queste cose all'epoca.

Parsifal è considerato uno dei cento dischi migliori della storia della musica italiana rock.

"Brennero 66" tratta degli attentati che ci furono in quel periodo in Alto Adige e fu sottoposta alla censura, si trattava di una tematica non gradita al grande pubblico.

I Pooh non solo hanno fatto il loro lavoro, ma sono stati anche molto impegnati a livello sociale: hanno costruito dei parco giochi nei Balcani dopo la guerra dell'ex Jugoslavia, una scuola professionale all'interno di un lebbrosario in Madagascar, un conservatorio in Nicaragua.

Il capitolo 4 invece parla della loro "Amicizia", ancora più importante della musica è il rapporto fra i quattro membri di amicizia, complicità e condivisione. I Pooh sono perfetti nella loro semplicità. I loro risultati sono stati raggiunti grazie all'unione. I Pooh non avevano un leader, in ogni loro disco c'è un equilibrio, nei brani c'è spazio per tutti.

Roby pensava alla stesura delle musiche, Dodi si occupava degli arrangiamenti, Red si occupava delle pubbliche relazioni con la stampa e Stefano della parte manageriale.

Se non ci fosse stato tanto rispetto e stima, probabilmente non sarebbero arrivati a festeggiare 50 anni di carriera.

Il 5 CAPITOLO parla di "Separazione", Stefano D'Orazio nel 2009 decise di abbandonare le scene musicali perché aveva ormai 60 anni e tutto ciò che poteva dire dal palco sentiva di averlo già detto e già dato. I Pooh erano indecisi se continuare senza Stefano o meno, poi alla fine il buonsenso li ha spinti almeno a provarci.

Si era liberato il posto di batterista e Phil Mer, foglio di Beatrix Niederwieser, seconda moglie di Red Canzian, suonava proprio questo strumento, era inoltre in casa e lo conoscevano, così entrò nella band di cui fece parte per quattro anni. Il suo ingresso non è stato automatico, ma penato, non sarebbe mai stato in grado di suonare con loro se non avesse già avuto una carriera professionale avviata.

I Pooh sono comunque riusciti a compiere insieme 50 anni di carriera, ma il 30 dicembre 2016 la band si è sciolta, hanno tuttavia continuato da solisti. Quest'anno è però previsto il grande ritorno del gruppo, i Pooh terranno insieme ben due date: il 6 luglio allo stadio San Siro di Milano e il 15 luglio allo Stadio Olimpico di Roma.

Per l'ultimo tour i Pooh riuscirono a riportare sul palco Stefano D'Orazio, lontano dalle scene dal 2016 e Riccardo Fogli, perché era bello fare un finale tutti insieme.

Al racconto della loro storia si alternano le riprese live di alcuni loro brani e tournée: Dammi un solo minuto, Linda, Figli, Eleonora mia madre, Piccola Katy, Ci penserò domani, Tanta voglia di lei, Chi fermerà la musica, Non siamo in pericolo, Lettera da Berlino est, Pier, Amici per sempre, Notte a sorpresa, La donna del mio amico, Noi due nel mondo e nell'anima, L'aquila e il falco, Stare senza di te, Io e te per altri giorni, Se c'è un posto nel cuore, Pensiero.

Alla fine del documentario Greta riesce ad incontrare finalmente Augusto, l'uomo di cui Olivia era innamorata e gli porta un vinile dei Pooh, anche a lui manca e mancherà questa donna che aveva tanto amato.

Il docufilm si conclude con i saluti dei fan dei Pooh.

A questo lavoro hanno partecipato: Red Canzian, Stefano D'Orazio, Dodi Battaglia, Roby Facchinetti, Valerio Negrini, Riccardo Fogli, Tiziana Giardoni (moglie di Stefano D'Orazio), Paola Racca (moglie di Valerio Negrini), Renato Cantele (ingegnere acustico), Franco Cusolito (manager dei Pooh), Giancarlo Lucariello (produttore discografico), Ferdinando Salzano, Lorenzo Zanotti. I figli di Dodi Battaglia: Daniele e Sofia. Chiara Canzian, figlia di Red, nonché sua corista e Phil Mer, figlio di Bea, seconda moglie del bassista, batterista per quattro anni dei Pooh e attualmente di Red. I figli di Roby Facchinetti: Francesco (conduttore televisivo), Giulia e Alessandra.

Per l'aspetto filmografico: Mariasole Pollio (Greta); Elisabetta de Paolo (Olivia); Antonello Fassari (Augusto); Sabrina Paravicini (Maia); Tommasso Cassissa (Andrea); Alessia Lanza (Elisa); Charlie Moon (Laura); Pietro Morello (Nico); Samuel Garofalo (Samuele); Andrea Stocchino, Alexandra Maiolo, Ludovico Lovecchio, Nicholas Rutigliano (band); Enrico Privato (passante); Federico Bolognini, Allegra Iacopini, Carmela Mazzone, Monica Masci, Marco Serafini, Roberta Tomei (clienti del bar).

Cristina Clarizia (ufficio stampa), Francesco Cucci (coordinatore di produzione), Marianna De Lisa (sviluppo), Margherita Santi (stage produzione).

Per le ricostruzioni filmate: Mattia Lobosco (aiuto regia), Martina Spennnato (segretaria di edizione), Carlo Cartufa (AOSM).

Chiunque voglia può trovare questo capolavoro, basato sui loro 50 anni di carriera e già PRIMO nella TOP 10 documentari, su RaiPlay.