"Tutto per una sporca stella" il corto che ha vinto 10 premi al Roma International Movie Awards.
(Anita Pascarella) Il film "Tutto per una sporca stella" ha vinto ben 10 premi al Roma International Movie Awards:
Miglior western,
Miglior produzione,
Miglior attore,
Miglior antagonista,
Miglior attrice,
Miglior colonna sonora,
Miglior regia,
Miglior sound design,
Miglior make up,
Migliori costumi.
A tal proposito ho quindi deciso di fare quattro chiacchiere con Gianpaolo Gentile, lo sceneggiatore campano grazie al quale è nato questo progetto, Fausto Bellone e Francesco Oliviero, anche loro nostri conterranei e rispettivamente antagonista e autore della colonna sonora.
Il corto è stato premiato anche al Rome Outcast Independent Film Award come miglior montaggio.
Sia Gianpaolo che Fausto hanno concordato nell'affermare che per loro sia stato un onore vincere un premio con questo tipo di genere che in Italia si è ormai quasi estinto: lo spaghetti Western.
Fausto è ancora più soddisfatto perché il premio è giunto da una città in cui lo staff non opera personalmente e quindi è stato riconosciuto un lavoro proveniente comunque da lontano.
Per il maestro Oliviero è invece stata una sorpresa, lui si è apprestato a dare una mano a Gianpaolo che gli era stato presentato, è sempre dalla parte dei giovani e gli era piaciuto molto il progetto che ha sposato con grande piacere.
Francesco tempo fa ha realizzato un musical con André De La Roche, un grosso coreografo, che ha girato un po' tutto Montecarlo, Francia, Germania... Nel 1994 il maestro ha scritto la sua prima colonna sonora per intero "Si... ma vogliamo un maschio!" di Giuliano Biagetti, allievo di Rossellini.
Inoltre è reduce dalla produzione anche di colonne sonore di alto livello, possiamo registrare due collaborazioni con Pupi Avati: una per un film che uscirà a maggio, l'altra per un film già uscito che Avati aveva da più di 20 anni del cassetto (Dante).
Il maestro Oliviero è felice soprattutto di aver dato una mano a Gianpaolo e di aver avuto la possibilità di collaborare con i giovani.
Stando a quanto da lui affermato, si è trattato di un progetto in cui ognuno di loro ha rispettato i propri ruoli ben distinti, ma allo stesso tempo c'è stata una forte collaborazione, un lavoro di squadra.
La passione per la musica nacque per Francesco quando era ancora un bambino, aveva 3 anni quando questo mondo ha iniziato a affascinarlo nel negozio di strumenti musicali di suo padre e a appena 5 anni ha iniziato a studiare musica, ha poi acquisito anche un po' di esperienza come arrangiatore, tecnico e fonico.
Il maestro Oliviero suona principalmente il pianoforte, poi la chitarra e si occupa anche di organologia e orchestrazione. Ad oggi è uno dei pochissimi ad orchestrare in virtual orchestra, cioè ad occuparsi di orchestrazione a livello virtuale, ciò è scaturito dagli studi che ha compiuto in informatica multimediale grazie ai quali ha potuto comprendere il funzionamento delle prime tastiere, i primi organi e i primi arrangiamenti senza lo strumento acustico vero.
Francesco ha anche studiato armonia e composizione al conservatorio con il maestro Aladino Di Martino, uno dei grandi, dove sono usciti Ennio Morricone, Riccardo Muti e quindi grandi personalità.
Francesco si è occupato anche di musica leggera e è autore del brano "Io sono il cane" di Orietta Berti, giunta al suo cinquantacinquesimo anno di carriera e attualmente sta lavorando per altri artisti.
La linea melodica della colonna sonora è venuta da sé, Gianpaolo ha avuto un'estrema fiducia tanto che Francesco ha servito il piatto già quasi pronto, ma gli altri insert che sono stati inseriti nella pellicola, sono stati composti al momento quindi con la presenza di Gianpaolo in un silenzio tombale. Non capita tutti i giorni che un compositore componga qualcosa con un regista o uno scenografo direttamente sul luogo, perché di solito è un tipo di lavoro che viene svolto con un copione e con delle situazioni che si immaginano, si è trattata quindi di un'esperienza nuova per il maestro Oliviero in primis e che egli stesso pensa pochi compositori abbiano fatto, è stata aperta un'altra strada.
Gianpaolo quando ha iniziato a scrivere il corto "Tutto per una sporca stella" è partito dalla sua passione per il genere western, ma senza pensare di vederlo proiettato al cinema o comunque vederlo con gli amici e collaboratori, né tantomeno di lavorarci su un set. La sua fortuna è stata quella di conoscere un gruppo Facebook, "Camposecco Far West", i cui amministratori Alberto Corridori e Francesco Romano gli hanno permesso di scoprire questa location che avevano l'interesse di valutare questa location, cosa che in parte li accomunava con Gianpaolo e tutto lo staff che ha lavorato con lui, il cui obiettivo era invece quello di risollevare il genere western.
Nella piana di Camposecco sono stati girati ben 54 film "spaghetti western" e così anche Gianpaolo ha deciso di tentare, senza ispirarsi a nessuno di essi in particolare, ma al tempo stesso ci sono tantissimi omaggi intrinsechi nella location stessa.
La cornice ambientale essendo molto particolare, è stata scelta anche per permettere la rivalutazione di un genere ormai abbandonato, il western appunto.
Lo sceneggiatore ha per prima cosa contattato il regista, successivamente Francesco per le musiche e gli attori, fra questi ultimi Fausto che essendo molto appassionato del genere non poteva non essere nel cast.
Quando sono partiti con quest'avventura era semplicemente qualcosa da viversi giorno dopo giorno, senza nessun tipo di obiettivi a lungo termine, aver raggiunto un simile traguardo lo rende davvero orgoglioso.
È il primo film di cui Gianpaolo è sceneggiatore, mentre invece in ambito teatrale ha scritto una commedia insieme a un suo amico, portata in scena la scorsa stagione.
Gianpaolo studia da quattro anni per diventare attore, il ruolo da lui ricoperto nella pellicola è quello del protagonista Wyatt. Nel momento in cui scrisse questo corto non pensava anche di interpretarlo, ma ha deciso di cimentarsi nei panni di questo personaggio perché si reputa molto addentrato nel genere western.
La sua passione per il cinema nasce però fin da piccolo, poi per un periodo ha smesso e ha ripreso verso la fine del quarto anno delle superiori. La sua dedizione allo spettacolo è rinata per caso, in seguito ad un incontro fortuito con un personaggio canadese avvenuto per caso in Italia, lui ha iniziato a parlargli del cinema e per ciò il primo master che ha fatto si è svolto in Canada.
TRAMA
Il protagonista Wyatt è in fuga da un bandito, ex vicesceriffo che uccide il suo sceriffo, quindi il padre di Wyatt e ora perseguita il figlio.
Wyatt si ritrova però a cercare di rubare un po' di cibo in una casetta di campagna, dove incontra un nonnetto Stormi con la nipote Stella, il cui nome non a caso coincide con il titolo del corto "Tutti per una sporca stella", la stella dello sceriffo. Stormi e Stella però alla fine daranno ospitalità a Wyatt.
Fra i vari incoraggiamenti sono giunti quelli di Vanzina, ricevuto improvvisamente da Gianpaolo sulla sua pagina Instagram che gli ha dato il coraggio di andare avanti e di pensare di potercela fare.
Fra gli attori presenti nel cast, Massimo Capitani, conosciuto da Gianpaolo quando si recò per la prima volta nella location e da subito gli chiese di collaborare con lui. Lavorare con Massimo Capitani è stato super emozionante sia per la somiglianza effettiva che ha con suo padre e poi perché lui stesso era emozionato di girare un western in quel luogo, esattamente come faceva il padre.
Il giovanissimo sceneggiatore si è sentito incoraggiato particolarmente da Fausto e dal maestro Oliviero che per lui sono indubbiamente anche degli amici.
Quando si svolse la presentazione a Capua, Gianpaolo scelse di mettere all'inizio una citazione di Goethe "Qualsiasi cosa tu possa fare comincia, perché l'audacia reca in sé genialità e magia", è un po' questo anche il suo modo di pensare.
Fausto Bellone si è cimentato invece nei panni dell'antagonista, Fred Waite, un personaggio noir come tutti quelli appartenenti generalmente al western, irrequieto e tormentato, si muove esclusivamente per vendetta.
Fred Waite racconta la genesi di quest'odio e di questa vendetta, conclude la propria esistenza coerentemente con questo tipo di sentimento avverso.
Per Fausto il teatro e il cinema erano all'inizio semplicemente una passione che poi si è trasformata in un mestiere, 23 anni fa si è avvicinato a questa professione con un corso del centro sperimentale di cinematografia finanziato dalla regione Campania, si è poi innescato un meccanismo che lo ha visto principalmente come attore, regista e insegnante del linguaggio teatrale, ma diverse volte ha deviato anche sul cinema con partecipazioni straordinarie e personaggi da protagonista.
Come affermato da Fausto, il cinema e il teatro sono due linguaggi di comunicazione totalmente differenti, ma in ambito teatrale si sente più a casa perché è il mondo in cui si è formato, opera principalmente e gli permette di insegnare, al cinema invece si diverte di più perché provenendo dal teatro il cinema gli è più facile per inquadrare il personaggio nell'ambito della sceneggiatura.
Secondo Fausto chi proviene dal teatro ha un'inquadratura della commedia dell'arte, al cinema invece è possibile essere più naturali e vivere degli scenari che a teatro sono più statici.
Fausto paradossalmente nasce con un profilo musicale, si è approcciato al mondo dell'arte come sassofonista sax contralto, quando aveva circa 14 anni, ha iniziato con delle feste patronali tra Cardito e Giugliano, è stato membro della New Orchestra Band di Venceslao Loffredo, soltanto in seguito ha deciso di dedicarsi al teatro e al cinema.
Il giovane artista ha anche partecipato a progetti che sono stati selezionati ai David di Donatello, ha vinto il Paranormal Activity contest nel 2009 con un corto che è poi stato inserito all'interno del film, DVD e Blu-ray.
Anche per quanto concerne l'ambito teatrale Fausto è molto attivo, ha infatti vincendo il GAD Festival Nazionale d'Arte Drammatica con il ruolo di Otello con la regia di Patty Raffaele, ha inoltre ricevuto premi di regia.
Fausto per formarsi nel proprio ambito ha frequentato diversi corsi e 5 anni di scuola di teatro con l'attore e regista Michele Tarallo, di grande importanza anche la pratica e l'esperienza sul campo, è anche produttore e direttore artistico di una compagnia teatrale che è un punto di riferimento sul territorio di Terra di lavoro casertano che è "Non solo sipario".
"Non solo sipario" è una compagnia che esiste da oltre 15 anni, a tal proposito la redazione coglie l'occasione per ricordare il prossimo appuntamento artistico previsto il 23 aprile presso Palazzo Fazio a Capua, DIVERSAMENTE UGUALI ovvero "I DENTICI", è proprio Fausto che si sta occupando della regia e l'adattamento.
L'artista per il proprio curriculum è stato chiamato principalmente dall'Istituto comprensivo di San Nicola La Strada Capol, la scuola media in cui c'è una sezione dedicata proprio al teatro e lui insegna linguaggi teatrali; ha poi collaborato anche con degli istituti fuori provincia, Ungaretti di Gragnano, a Polvica di Nola, Marignano, Capua.
Lo slogan che rappresenta il leitmotiv del concetto di teatro che ha Fausto è "Il teatro come parafrasi della vita" ossia il teatro non è altro che la riproduzione della realtà, la rappresentazione della vita di tutti i giorni su un piano narrativo trasversale, bisogna bandire le parole finzione e recitare per non escludere l'atto creativo.
Fausto si è occupato delle più svariate tematiche a livello drammaturgico come il bullismo, l'eutanasia, la disoccupazione, l'omosessualità, la violenza sulle donne, l'inquinamento, ma ha anche rivisitato i grandi classici partenopei come De Filippo, Di Maio e Scarpetta, nonché testi in prosa come quelli di Pirandello, Shakespeare e Rostand, ritiene infatti che ogni genere, periodo storico e espressione drammaturgica possa regalarci delle concezioni differenti sotto il punto di vista interpretativo, autoriale e registico, ciò che gli interessa e lo stimola a livello artistico è invece la diversificazione dello stile, dei generi e sotto il profilo interpretativo, non potrebbe mai riuscire ad interpretare più volte lo stesso ruolo perché si sentirebbe un impiegato dell'arte, ha necessità continua di innamorarsi di progetti diversi che possano stimolarlo soprattutto a livello artistico.
Fausto ha sposato il progetto di Gianpaolo per l'emozione e la carica che ha saputo trasmetterci, ma anche per la capacità di saper riaccendere e alimentare la prospettiva di poter vivere un'avventura che sotto il profilo pratico non si vive da 50 anni, tranne sporadiche eccezioni che però non avevano mai vissuto in prima persona.
A livello autoriale questo artista è molto fiero delle opere che ha prodotto a livello sociale perché ha avuto la possibilità di esportarle e proporle negli più svariati contesti, riuscendo talvolta anche a cambiare la vita delle persone, fra questi rientra anche un monologo sull'inclusione e l'esclusione che dovrebbe andare a scena in Piazza Plebiscito a Napoli il prossimo 14 aprile.
Fausto è anche regista, prettamente teatrale, pur
avendo diretto qualcosa anche a livello cinematografico parlando però
semplicemente a livello di videoclip perché non ha studiato come tale, cosa
fondamentale per occuparsi della direzione di film, per quanto concerne il
teatro invece ciò che occorre è la pratica ed è fondamentale essere innanzitutto
un attore. Questo artista si occupa anche di insegnamento per i bambini dai
quali impara tanto, sono loro a insegnargli qualcosa e non viceversa, a partire
proprio dalla strada della verità che è difficile da percorrere e sulla quale è
necessario impegnarsi ogni giorno per non cadere nel politically correct,
bisognerebbe invece cercare di essere più onesti.
Per concludere va detto che Fausto sta lavorando anche
al suo primo libro "Le stagioni della coerenza" che per lui è il
sogno che non muore mai, si tratta di un progetto di cui sta parlando da una
quindicina di anni, una raccolta di aforismi e poesie che farà parte di una
trilogia, il secondo testo sarà dedicato esclusivamente alla sua metodologia
teatrale e il terzo tratterà delle sue opere scritte e destinate al teatro.